E' tutta colpa di "Grease" e "Happy Days" e poi naturalmente non parliamo di "Top Gun" e altri grandi capolavori del cinema Americano/Hollywoodiano!
Si perche', forse, senza l'influsso di quelle pellicole tutto questo non sarebbe successo!
Va bene, andiamo con ordine. Cominciamo dall'inizio....
Sono cresciuta in una famiglia italiana abbastanza normale. O perlomeno "normale" nel senso piu' ampio della parola! Madre casalinga, padre imprenditore e un fratello minore.
Ho frequentato la scuola: Asilo a San Polo, Elementari a Sant'Eufemia, Medie a Caionvico ed un misto di superiori tra il Calini, il CFP ed il Perlasca a Brescia.
Come potete notare, gia' dai primi anni non riuscivo a fermarmi in un posto!
Sono sempre stata molto indipendente, anzi, direi un misto tra intraprendente ed indipendente: praticamente inventavo di tutto per non dipendere da nessuno!
Ho sempre avuto una smania di "andare", partire, fare la valigia con il minimo indispensabile, dire "arrivederci" e vedere la mia cara patria rimpicciolirsi all'orizzonte.... Ah! Sospiro di sollievo! Guardare avanti mentre nuovi orizzonti si aprono, carichi di promesse e.... hamburgers??!!
Si, hamburgers e patatine fritte (o French Fries, come le chiamano qui - le hanno anche chiamate Freedom Fries subito dopo l'undici Settembre, ma questa e' un'altra storia, da leggere piu' in la'..).
Allora, sono arrivata nella "Patria dell Opportunita'" nell'Ottobre del 1994.
Ero cosi' eccitata che non mi sembrava vero! Ero negli Stati Uniti! In America! Mi sentivo un moderno Cristoforo Colombo ma senza il peso di dover far piazza pulita di tutti gli indiani! Che bellezza! Los Angeles era li, ai miei piedi, tutta luccicante e tiepida, pronta a soddisfare ogni mio piccolo o grande desiderio. (Ho imparato prestissimo che Los Angeles e' una gran puttana, e come tale la devi pagare profumatamente per ogni sua piccola concessione. Ma questa e' un'altra storia, da leggere piu' in la'..). Allora, come dicevo, sono arrivata e mi sentivo proprio "ARRIVATA"! Il mio sogno si era avverato, ero qui! Ah! Sospiro di sollievo! Credo anche di essermi commossa, una lacrima o forse due. Ma se qualcuno vi dice che appena scesa dall'aereo ho baciato il suolo, no, non ci credete, e' una menzogna!
Dopo 45 minuti di fila all'immigration e' arrivato anche il mio turno: quando la guardia mi ha timbrato il passaporto con un bel 6 mesi di soggiorno credo di essere quasi svenuta dalla felicita'! Ho tenuto quel passaporto, nonostante sia scaduto da anni, cosi', per cercare di ricordare tutto quell'eccitamento, quella passione e quell'ardore del primo giorno...
Non stavo piu' nella pelle, avevo una voglia di uscire e respirare l'aria Americana, sentirmi Americana e cominciare a conformarmi a quel nuovo posto, cosi' elettrizzante e nuovo!